Da queste parti, terra di mais, c'è un modo di dire per indicare una persona malvagia: cattivo come la gramigna.
Gli agricoltori hanno combattuto per decenni contro la gramigna (Cynodon
dactylon), considerandola una delle peggiori piaghe per le loro
coltivazioni fino a quando Monsanto non inventò il Glyphosate, erbicida totale e sistemico, economico e spacciato per prodotto a bassissima residualità visto che è "rapidamente assorbito dal terreno e gradualmente degradato per via microbica", peccato solo che i prodotti della degradazione pare siano cancerogeni e persino peggiori della molecola madre ma questo è un altro discorso.
Ho sempre mal digerito la parola erbaccia, men che meno la parola malerba, mal-erba, erba cattiva, ma che ha di cattivo la gramigna? Nulla, vive e cresce come tutte le altre erbe, ha diverse proprietà officinali ed è anche commestibile, è solo un po' troppo curiosa per fermarsi dove sta, gli piace partire alla conquista, esplorare nuovi terreni, a tal punto che mi è capitato di trovare i suoi rizomi correre per almeno 3 metri sotto un telo plastico per sbucare a rivedere un po' di luce giusto a fianco dell'insalatina appena piantata.
Ora che come ogni buon permacultore voglio farmi il mio bel bancale rialzato mi trovo anch'io a fare i conti con lei e la verità è che oggi io e lei dobbiamo cominciare a competere per 6 metri quadri di terreno.
Se anche voi vi trovate in una situazione simile vi do innanzitutto 3 consigli:
- Avete un luogo alternativo non
infestato da gramigna? Sì? ok, spostatevi subito!Se la risposta al consiglio 1 è no allora continuate a leggere
- Non usate diserbanti, farete del bene a voi stessi e all'ambiente
- Non utilizzate alcun tipo di attrezzo che spezzi o sminuzzi
le radici (vanga, zappa, motocoltivatore o fresa), vi troverete solo
tanti pezzi di radice che appena le condizioni lo permetteranno daranno
origine ad altrettante nuove piantine. L'unico strumento manuale veramente utile è la forca vanga
|
La forca vanga, indispensabile per la rimozione della gramigna |
Lungi da me ricorrere a scorciatoie chimiche mi sono
quindi documentato abbondantemente su tutti i tipi di copertura del terreno da
porre sotto al mio bancale, utilizzati da altre permacultori in giro per i mondo. Fortunatamente cercando "Bermuda grass
raised beds" ho incontrato molte persone che hanno avuto il mio
stesso problema, ma sfortunatamente molte di queste hanno già provato varie soluzioni con scarsi risultati.
La gramigna trova il modo di sbucare ovunque, i teli di nylon
intrecciati per pacciamatura (weed control fabric) pare non funzionino,
i teli in pvc sono impermeabili, sintetici e possono provocare ristagni
di acqua, i cartoni bagnati ed i giornali nel fondo non offrono grande
resistenza per molto tempo, strati di aghi di pino neppure...che ci si
mette sotto?
Pensa e ripensa, l'altro giorno facendo un po' di
pulizie in garage ho trovato la mia soluzione: vecchie lenzuola. Chi di
voi non ha delle vecchie lenzuola che può buttare in casa?
I tessuti di cotone offrono 3 vantaggi:
- sono resistenti nel tempo
- hanno una tessitura sufficientemente stretta da impedire il passaggio delle erbe
- sono permeabili all'acqua.
Ho preferito utilizzare lenzuola bianche per evitare la presenza di coloranti sintetici per tessuti.
PIANO D'AZIONE e INIZIO LAVORI
|
Inizio lavori, l'area di lavoro è stata delimitata, in alto a sinistra sto valutando quale tipo di contorno utilizzare (tufo, mattoni o ciotolo di fiume) |
Dobbiamo sapere che ogni erba è un'indicatrice importante di certe caratteristiche del terreno, per esempio l'equiseto è tipico di suoli compattati ed asfittici, la gramigna lo è spesso di terreni aridi, sciolti e poveri di humus. Così, girando per la rete ho trovato un'informazione importante che dovrebbe arrivare da una fonte affidabile: pur essendo tollerante ad un range abbastanza ampio di ph, pare che la gramigna non tolleri molto un eccesso di alcalinità. Detto fatto mi son recato al consorzio locale per acquistare del carbonato di calcio che altro non è che una macinazione di pietre calcaree
Il piano d'azione prevederà quindi:
- Lavorazione profonda 25-30 cm con forca vanga e rimozione manuale accurata dellle radici di gramigna. L'area di lavoro deve eccedere di almeno 20 cm per ogni lato rispetto alle dimensioni previste del bancale. Se il lavoro è fatto d'estate le radici possono essere lasciate disseccare al sole in superficie e poi rimosse
- Calcitazione del terreno con Litotamnio e Carbonato di calcio
- Copertura della superficie lavorata con lenzuola, nel caso si utilizzino frammenti di tessuto occorre avere cura di far sovrapporre i bordi di alcuni centimetri
- Copertura del lenzuolo con abbondante strato di cartoni e bagnatura
- Copertura con abbondante strato di foglie secche e paglia
- Deposizione di tronchi in marcescenza per creare aiuola rialzata
- Copertura con terriccio di bosco
Al momento visto che qui piove da giorni ininterrottamente siamo fermi al punto 1 :-(
Per i prossimi giorni le previsioni non sono migliori ma la scorsa settimana in uno sprazzo di sole sono riuscito a procurarmi un po' di terriccio di bosco ricco di humus con mezzi poco ortodossi:
|
Ford Fiesta, versione campagnola |
|
|
|
Le galline sembrano apprezzare la gramigna |
Spero nei prossimi giorni di poter tornare al lavoro e aggiornarvi sui progressi
Ciao