Il contadino delle stelle è un immagine poetica, tra sogno e realtà.
Il sogno di chi ama la terra, di recuperare e far vivere ancora un mondo più a misura d'uomo ed in armonia con la natura e la realtà
dura ma meravigliosa di un lavoro che non era un lavoro ma un modo di essere.
Questo blog nasce per raccontarvi un po' le peripezie della mia vita, le mie esperienze con la terra, i miei esperimenti di ecologia ed autosufficienza.
Per tornare a camminare passi leggeri su questo pianeta, raccontarsi, confrontarsi, incontrarsi...

domenica 7 novembre 2010

Monumento al Villano

E' passato quasi un anno e mezzo da quando l'anno scorso in ferie, mi trovavo di passaggio in quel di Pitigliano.
Per chi non lo sapesse Pitigliano è uno dei più bei borghi della Toscana e si erge su uno sperone tufaceo a dominare la maremma grossetana, la stessa Maremma dove la tradizione agricola è così viva e ben radicata, talmente radicata che con mio stupore, avvicinandomi incuriosito ad un bronzo raffigurante ad altezza reale un asino ed un uomo, ho scoperto essere il monumento al Villano con tanto di stupenda poesia dedicata.
Ve la ripropongo in versione integrale perchè merita di essere letta e meditata; vi lascerò infondo  solo un appunto sulle note finali.

IL VILLANO
Padre, voglio sapere chi è villano
 Figlio mio se pensi ad un uomo
che prega col cappello in mano
mentre inginocchiato invoca Dio,
pensi a chi piange, bestemmia
poi chiede perdono
mentre asciuga il sudore
e carezza le spighe di grano
quello ha il titolo di "Villano"

Se vedi colui che ha il sorriso
mentre raccoglie grappoli dorati
o piange e si dispera
per le delusioni dell'umano,
prende gli attrezzi da lavoro
con la forte e callosa mano
o si siede in mezzo al campo
quando la fatica tormenta le sue membra
poi ritrova sempre la sua forza
quello figlio mio è il "Villano"

Se conosci un uomo
che del trifoglio ama il profumo
che ama l'aroma del fieno,
che ama produrre frutti profumati,
che ama la tranquillità e la pace,
che ama la sorgente pura
la rugiada al nascere del sole,
allora figlio mio sei al cospetto
del figlio che di Dio è il prediletto
a quell'uomo puoi stringere la mano
perchè ha il nobile titolo di " Villano"
Nerio Persi

A noi posteri e figli di villani, il dovere di erifere un monumento dove l'uomo e il somaro esprimono il lavoro...la fatica...la sofferenza...la speranza di una vita migliore e che oggi è diventata certezza.
Italo Funghi, 30 Aprile 2006

...certo io non ho vissuto la fame, la schiena spaccata sotto il sole (in parte si...), le malattie ma che la vita migliore sia diventata certezza proprio non mi sento di sottoscriverlo.
Non mi  stancherò mai di ripeterlo: quanto abbiamo barattato per il nostro presunto benessere?
Avrei volentieri preferito non vedere il disastro petrolifero in Florida, il buco nell'ozono, lo scioglimento dei ghiacciai, la gente crepare di tumori continuamente, l'isola di plastica nel mezzo all'oceano, l'abbattimento della foresta amazzonica, il cromo nei fiumi, i bidoni radioattivi che percolano nelle falde acquifere....
 Che la meditazione sia con voi

7 commenti:

Anonimo ha detto...

tre anni fa sono passato in comitiva per Pitigliano, sono della provincia di VENEZIA, e posso dire che è una cittadina che mi ha profondamente colpito, la sua bellezza la sua semplicità la sua gente, mi ha colpito il monumento al "Villano" con l'asino di cui ho una foto. Dico solo una cosa spero di tornare e fermarmi qualche giorno per godere quella pace che ormai non si trova quasi più. Grazie Vittorio

Madrat ha detto...

Ciao Vittorio, grazie a te per il tuo commento.
purtroppo questo blog non ho più molto tempo di aggiornarlo ma mi fa sempre piacere trovare qualche risposta. Guarda ,sarà per i suoi borghi che sicuramente son più a misura d'uomo delle nostre città, sarà per i paesaggi, sarà per le persone così simpaticamente chiassose e socievoli ma io della Toscana son sempre stato innamorato. Se posso consigliarti vai anche a visitare l'entroterra tra Grosseto e Siena, c'è da mollar tutto e pensare di trasferirsi, non fosse altro che sei sempre in Italia....

valerio ha detto...

La poesia è orribile, paternalista, falsa e populista cara a chi ha una visione casorellistica del passato e del lavoro dei contadini. Villano è chi l'ha scritta, chi ha fatto l'altrettanto orribile monumento e chi l'ha commissionato. Valerio

Enrico D ha detto...

Ben detto.

Anonimo ha detto...

Le sue cosiderazioni non meritano risposta. A volte e meglio stare zitti quando no si capisce...!!!

Anonimo ha detto...

il mio commento è sparito...

Madrat ha detto...

Caro Valerio, lungi da me dipingere un lavoro durissimo come una bella scampagnata! Ci pensano gia' molti neo-contadini fuggiti dalla citta' a farlo. Che fosse un lavoro durissimo non c'e' dubbio, che avesse il suo lato poetico nemmeno, che spesso il contadino se ne andasse il mattino bestemmiando dio per la sua condanna quotidiana e' una certezza. Questo non toglie che pur bestemmiando alla fine molti contadini erano innamorati del loro lavoro e credo che infondo questo fosse il senso della poesia.