Pur essendo mezzo malato, reduce da una brutta indigestione (vergogna per un quasi macrobiotico), faccio gli auguri di un felice Natale a tutti coloro che leggono e anche a quelli che non lo fanno.
Tra lucine scintillanti, cinepanettoni e buoni regalo dei centri commerciali rinnovo la mia perenne utopia per un umile e sobrio Natale.
W San Francesco, abbasso il vaticano.
Ciao
Il contadino delle stelle è un immagine poetica, tra sogno e realtà.
Il sogno di chi ama la terra, di recuperare e far vivere ancora un mondo più a misura d'uomo ed in armonia con la natura e la realtà
dura ma meravigliosa di un lavoro che non era un lavoro ma un modo di essere.
Questo blog nasce per raccontarvi un po' le peripezie della mia vita, le mie esperienze con la terra, i miei esperimenti di ecologia ed autosufficienza.
Per tornare a camminare passi leggeri su questo pianeta, raccontarsi, confrontarsi, incontrarsi...
giovedì 24 dicembre 2009
martedì 8 dicembre 2009
Un compito ingrato...
"Guardate gli occhi di un cane che muore e vergognatevi di tutta la vostra filosofia"
Se c'è una cosa che non riesco a sopportare nel mio lavoro è la presenza dei cacciatori e la loro filosofia di vita: Filosofia è amore del sapere, la caccia sportiva è il manifesto dell'ignoranza, della vigliaccheria, della presunzione dell'essere umano.
Nella mia esistenza ho scelto (o forse son nato così) la non violenza e la cultura della vita non della morte, per questo quanto mi è successo l'altro giorno mi ha profondamente scosso e come tante altre volte son tornato a chiedermi perchè.
Dopo la battuta domenicale, nel locale officina adibito a deposito vittime mi si presentano davanti almeno un centinaio di povere anatre stecchite con gli occhi ancora lucidi che mi scrutavano come se il soffio della vita dovesse ancora abbandonarle del tutto.
Purtroppo in quell eccidio due anatre erano veramente ancora vive: una muoveva ancora le zampe e batteva il becco piano come a voler trovare la forza per ripartire e prendere il volo mentre un altra mi guardava sbattendo le palpebre.
Quegli occhi lucidi che sembravano piangere mi chiedevano perchè, perchè un festoso volo di meravigliosi uccelli che cercano riposo in un laghetto deve essere spezzato dall'ignoranza sadica di un uomo? Perchè non riusciamo ad innamorarci della vita e osanniamo la morte in questo marcio mondo? Perchè non riusciamo a gioire nel vedere gli uccelli rincorrersi nell acqua e disegnare geometrie in volo?
Non lo so davvero, a volte penso che inconsciamente i nostri disagi, i turbamenti di questa società, le nostre frustrazioni ci facciano provare rabbia, invidia e gelosia per l'armonia che ancora riesce ad esprimere la natura. Semplicemente non reggiamo il confronto.
Il compito ingrato è arrivato subito dopo: non potendo più sopportare quel becco ansimante e quelle zampe che si muovevano, ho preso il badile, chiesto scusa e dato il colpo di grazia per porre fine a quelle inutili sofferenze.
Pace all'anima loro
Se c'è una cosa che non riesco a sopportare nel mio lavoro è la presenza dei cacciatori e la loro filosofia di vita: Filosofia è amore del sapere, la caccia sportiva è il manifesto dell'ignoranza, della vigliaccheria, della presunzione dell'essere umano.
Nella mia esistenza ho scelto (o forse son nato così) la non violenza e la cultura della vita non della morte, per questo quanto mi è successo l'altro giorno mi ha profondamente scosso e come tante altre volte son tornato a chiedermi perchè.
Dopo la battuta domenicale, nel locale officina adibito a deposito vittime mi si presentano davanti almeno un centinaio di povere anatre stecchite con gli occhi ancora lucidi che mi scrutavano come se il soffio della vita dovesse ancora abbandonarle del tutto.
Purtroppo in quell eccidio due anatre erano veramente ancora vive: una muoveva ancora le zampe e batteva il becco piano come a voler trovare la forza per ripartire e prendere il volo mentre un altra mi guardava sbattendo le palpebre.
Quegli occhi lucidi che sembravano piangere mi chiedevano perchè, perchè un festoso volo di meravigliosi uccelli che cercano riposo in un laghetto deve essere spezzato dall'ignoranza sadica di un uomo? Perchè non riusciamo ad innamorarci della vita e osanniamo la morte in questo marcio mondo? Perchè non riusciamo a gioire nel vedere gli uccelli rincorrersi nell acqua e disegnare geometrie in volo?
Non lo so davvero, a volte penso che inconsciamente i nostri disagi, i turbamenti di questa società, le nostre frustrazioni ci facciano provare rabbia, invidia e gelosia per l'armonia che ancora riesce ad esprimere la natura. Semplicemente non reggiamo il confronto.
Il compito ingrato è arrivato subito dopo: non potendo più sopportare quel becco ansimante e quelle zampe che si muovevano, ho preso il badile, chiesto scusa e dato il colpo di grazia per porre fine a quelle inutili sofferenze.
Pace all'anima loro
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